Se si cerca su Internet “come installare stampanti su Wine”, praticamente tutti i risultati di daranno del deficiente: “non si installano le stampanti su Wine, lo vede in automatico dal sistema”.

Allora vorrà dire che sono deficiente, perché a me non appaiono!

In realtà, il problema è che di solito Linux è installato a 64 bit, e di solito è raccomandato eseguire i programmi in Wine in un prefisso a 32 bit.

Quindi, di default, non appare alcuna stampante!

È necessario quindi installare la libreria CUPS a 32 bit (CUPS è il gestore di stampa in Linux).

In Ubuntu, si fa così:

sudo apt install libcups2:i386

Visto che ci siamo, è possibile aggiungere una stampante PDF aggiungendo anche:

sudo apt-get install printer-driver-cups-pdf

e poi nel pannello delle stampanti inserire una nuova stampante che ha come indirizzo:

cups-pdf:/

Come tutte le cose “tipiche di Linux” (poco amichevoli…), quando sarà inviato un documento a questa stampante, sembra che non succeda nulla, non appare niente a schermo, nessuna conferma. In realtà viene salvato un file in ~/PDF (nella directory home). Bisogna stare attenti perché il nome del file lo decide lui in automatico e mi è successo molte volte stampando da Wine che il file è stato sovrascritto.

Se sul vostro desktop Linux avete installato qualche programma Flatpak, noterete che /var/lib/flatpak occupi svariati giga. Questo perché, come concetto, un pacchetto Flatpak contiene tutte le librerie possibili che il programma può mai caricare.

Quando poi però disinstallate il programma, questi pacchetti rimangono sul disco di avvio perché magari potrebbero servire in futuro. Nel mio caso, dopo avere installato una dozzina di programmi semplicissimi la directory superava gli 8 giga…

Per chiedere al sistema di ripulire i pacchetti inutilizzati, il comando è:

flatpak uninstall --unused

Quando in Files, su GNOME, si digita qualcosa con la tastiera, parte subito la ricerca. Ora, sarebbe perfetto se il disco fosse un SSD NVMe locale super veloce, ma su una condivisione di rete con migliaia e migliaia di file è irritabilmente lento. Se io sono sicuro che tra tutti i millemila file, quello che cerco inizia con “mar”, allora inutile fare una ricerca completa per tutti i file che contengono “mar” e farmi aspettare 5 minuti quando tradizionalmente digitando “mar” viene selezionato il primo file che inizia con “mar”. Se e solo se vorrò cercare, mi basta premere la ricerca con F3 o Ctrl+F.

Purtroppo gli sviluppatori di GNOME sanno meglio di tutti e forzano questo comportamento illogico.

Come facciamo? Grazie alla potenza dell’Open Source è possibile rimpiazzare Nautilus con una versione patchata per reintrodurre la selezione file con tastiera.

Per chi usa Arch Linux o Manjaro c’è un repository su AUR: https://aur.archlinux.org/packages/nautilus-typeahead/

Per chi usa Ubuntu o derivate c’è un PPA già compilato; quindi con sudo add-apt-repository ppa:lubomir-brindza/nautilus-typeahead && sudo apt update && sudo apt dist-upgrade, Nautilus sarà rimpiazzato con la versione patchata.

Altrimenti è possibile installare Dolphin (il file manager di KDE) con sudo apt install dolphin dolphin-plugins konsole (Konsole è opzionale, ma permette di aprire un comodissimo terminale nella directory visualizzata premendo F4) e poi impostarlo come default scrivendo xdg-mime default org.kde.dolphin.desktop inode/directory (se si vuole prendere nota o visualizzare il default attuale prima del cambiamento, scrivere xdg-mime query default inode/directory)

Se si è curiosi di vedere quali sono i default impostati i file da tenere in considerazione sono:

 /usr/share/applications/defaults.list
 $HOME/.local/share/applications/mimeapps.list
 $HOME/.config/mimeapps.list

hMailServer è un server di posta estremamente facile da configurare per Windows, e anche estremamente leggero. Pur essendo gratis ha un sacco di funzioni, SSL, IMAP, autenticazione utenti con Active Directory, ecc. Il suo unico difetto purtroppo è che è in stato di parziale abbandono. Ogni qualche mese lo sviluppatore rilascia una versione aggiornata dove però viene solo aggiornata la libreria OpenSSL, ma il “cuore” rimane fermo a qualche anno (decennio?) fa. Quindi, malgrado sia un prodotto eccellente, non è proprio raccomandato installarlo su computer moderni, perché:

  1. Essendo un programma che sta esposto a internet su porte molto bersagliate dai bot, c’è un po’ un rischio di sicurezza
  2. Dà per scontato che si utilizzino tecnologie un po’ datate

Comunque, è perfetto per utilizzarlo nella propria rete locale per “divertimento”.

Per impostarlo con MySQL (o MariaDB) bisogna avere tre accorgimenti:

  1. Siccome quindici anni fa l’app era freemium e non open source, la licenza di MySQL non permetteva l’inclusione delle DLL. Tutt’oggi per qualche motivo, anche se l’app è GPL e potrebbe includerle, non le include. È quindi necessario andare a prendere libmysql.dll dalla versione portable a 32 bit di HeidiSQL. (Oppure dal setup mostruoso di MySQL per Windows, ma lo sconsiglio)
  2. MySQL 8.0 per i nuovi utenti imposta un sistema di autenticazione che non è riconosciuto da hMailServer. È necessario variarlo con: ALTER USER 'tuoutente'@'localhost' IDENTIFIED WITH mysql_native_password BY 'tuapassword';. Io l’utente l’ho limitato a localhost, ma altrimenti va impostato come è sul vostro server, per esempio 'tuoutente'@'%'.
  3. Sia MySQL 8.0 sia MariaDB 10 riportano versioni database che non sono supportate perché all’epoca arrivavano alla 5.6. È necessario quindi creare a mano il database utilizzando lo script che il setup posiziona in C:\Program Files (x86)\hMailServer\DBScripts\CreateTablesMYSQL.sql

Per il resto il programma funziona splendidamente!

Altrimenti, è possibile utilizzare il database interno basato su Microsoft SQL Compact, ma personalmente non mi piace perché lo trovo più complicato da gestire come backup.

Finalmente Tophost ha abilitato il supporto a HTTPS anche per i domini economici da 5,99€!

Fino ad adesso era prerogativa dei piani superiori, adesso c’è anche per quello base.

Andando nelle impostazioni è possibile attivare il servizio:

Schermata con le opzioni che abilitano HTTPS sul dominio

Di per sé non è sia super fondamentale avere HTTPS su un servizio base come Topname, in fin dei conti è pensato per domini “parcheggio” e/o pagine statiche semplici, ma è comunque utile per fare redirect di vecchi siti esistenti e già indicizzati come HTTPS. O anche se si pubblica un sito statico via FTP usando Jekyll, Hugo, Bootstrap studio o Mobirise.